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venerdì 11 luglio 2025

INFOCESVAM N. 3 DEL 2025 MAGGIO GIUGNO 2025, 1 LUGLIO 2025

INFOCESVAM

BOLLETTINO NOTIZIE DEL CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE

centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

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ANNO XII, 65/66/, N. 3, Maggio - Giugno 2025, 1 luglio 2025

XII/3/1001 La decodificazione di questi numeri è la seguente: XII anno di edizione, 3 il Bimestre di edizione di INFOCESVAM, 1001 il numero della comunicazione dal numero 1 ad oggi. Il presente Bollettino svolge anche la funzione di informazione “erga omnes” dello stato, sviluppo e realizzazione dei Progetti dell’Istituto del Nastro Azzurro, in funzione del supporto scientifico alla offerta formativa dei Master. Inoltre dal gennaio 2023 ha assunto anche la funzione di aggiornamento delle attività di implementazione dell’Archivio Digitale Albo d’Oro Nazionale Dei Decorati al Valor Militare Italiani e Stranieri dal 1793 ad oggi, con la pubblicazione di un ANNESSO. L’ultima indicazione aggiorna o annulla la precedente riguardante lo stesso argomento

XII/3/1002 - La sessione estiva di Laurea (Anno Accademico 2024 – 2025 ed anni accademici precedenti) per i Master di 1° Liv. Storia Militare Contemporana e Politica Militare Comparata dal 1960 ad oggi si è tenuta in sede il giorno 16 giugno 2025. Di seguito i nomi dei laureati.

XII/3/1003 – Progetto 2020/2 Prigionia italiana in mano Britannica 1941 -1947. Il Primo volume Africa Orientale Italiana 1935-1940. “Impero: tra realtà e propaganda” è nella versione Bozza 1 Revisione. Compilazione Indici dei Nomi propri, geografici e militari. La copertina è stata composta ed edita.

XII/3/1004 - Collaborazione CESVAM – Associazioni. Roma. 26 giugno 2025 il Direttore del CESVAM, presso la sede del Gruppo Medaglie d’Oro ha presidetuo alla presentazione del Volume di Giovanni Cecini “ I grandi Eroi della Seconda Guerra Mondiale”

XII/3/1005 - I Laureati alla Sessione di Laurea estiva di Politica Militare Comparata (vds XII/3/1002) sono: Dr. Casamento; Dr. Corona. Si sono ritirati per questo anno accademico 4 frequentatori.

XII/3/1006 - XII/2/984 – Progetto 2024/4 “Dal Corpo di Liberazione ai Gruppi di Combattimento” Predisposto il Manoscritto 1. Chiesto preventivo di Spesa alla Casa Editrice. Predisposta Bibliografia, Prefazione, Premessa, Ringraziamenti

XII/3/1007 - In distribuzione il n. 2 del 2025 della Rivista QUADERNI. Numero Copie su carta 250, di cui 200 in distribuzione, 10 Archivio Emeroteca, 40 a disposizione. Richiedere copie su carta a: segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org

XII/3/1008 - E’ in preparazione il “CESVAM REPORT” Settembre 2021 – Agosto 2025. N 4 della Rivista QUADERNI” che completa i Report Settembre 2014 – Agosto 2019 (2019) e Settembre 2019 – Agosto 2021 ( 2021). Richiesto preventivo di Spesa. Edizione speciale della Rivista “QUADERNI”

XII/3/1009 - I Laureati alla Sessione di Laurea estiva di Storia Militare Contemparane dal 1792 ad oggi (vds XII/3/1002) sono: Dr.ssa Pasin; Dr. Rustioni, Dr.Boldrini, Dr. Piccione, Dr. Picchierri, Dr.Foria. Si sono ritirati per questo anno accademico 5 frequentatori. Tutti i laureati hanno manifesto l’intenzione di continuare a collaborare con il CESVAM

XII/3/1010 – Castelferreti (AN) - Collaborazione CESVAM – Associazioni. Roma. 26 giugno 2025 il Direttore del CESVAM, insieme al presidente della Federazione Regionale delle Marche, MAVM Claudio Fiori, il 13 giugno 2025 ha presenziato al Convegno “81° anniversario del passaggio del Fronte 1944- 2025. E’ stata svolta la Relazione “Il valore militare al femminile durate la Guerra di Liberazione 1943 – 1945”. Ricordata la staffetta partigiana Teresa Vergalli.

XII/3/1011 - Canale You Tube dedicato all’Istituto del Nastro Azzurro. Mese di Maggio, 4 Video, mese di Giugno, 4 video. Redazione ed edizione a cura del CESVAM I video sono trasmessi ogni giovedì, (ore 08.00). Titolo Canale ISTITUTO NASTRO AZZURRO CESVAM

XII/3/1012 – In occasione della presentazione (Vds. XII/3/1004 del Volume di Giovanni Cecini il 26 giugno 2025 è stato consegnato l’Emblema Araldico al Dott. Goffredo Zignani, nipote della MOVM Goffredo Zignani, fucilato dai tedeschi il 19 novembre 1943 ad Elbassan (Albania). Il Dott. Goffredo Zignani ha chiesto di iscriversi alla Federazione Provinciale di Ancona, per continuare la collaborazione con il CESVAM.

XII/3/1013 - Progetto 2024/2 – Progetto “ 80° della Liberazione. 1944. I Martiti di Fiesole e gli Eccidi in Toscana”. Collaborazione con la Federazione Regionale della Toscana. Coautore Manuel Vignola. Predisposto il Manoscritto 2. Acquisti i dati della II e III Parte ( Vittine da 2 a 9 e Vittime da 10 a 49) Si hanno quindi tutti gli episodi (1415) in cui si sono avute vittime plurime

XII/3/1014 - Collaborazione CESVAM – Associazioni. Associazione Ex Allievi della Nunziatella Sezione del Lazio. Cinema in Divisa. Dato il contributo alla presentazione dei fil di carattere storico. Ed al Giornale illustrativo. Svolto mercoledi 11 giugno 2025 l’incontro di presentazione, alla Scuola Ufficiali dei Carabinieri, di Roma, l’incontro di presentazione per il 2025/2026.

XII/3/1015 - La sessione estiva di Laurea (Anno Accademico 2024 – 2025 ed anni accademici precedenti) per i Master di 1° Terrorismo ed Antiterrorismo Internazionale si è tenuta in sede il giorno 30 giugno 2025. Di seguito i nomi dei laureati.

XII/3/1016 - Progetto 2024/3 – Progetto “ Il Valore Militare e le Fosse Ardeatine”. Collaborazione con Aladino Lombardi. Contatti diretti con la Direzione del Museo della Liberazione di Via Tasso a Roma. Predisposto il Manoscritto n. 3. Predisposto i materiali per tutti i decorati. Predispostta Bibliografia, Premessa, Nota Autore, Presentazione e Prefazione .

XII/3/1017 – Pesaro – Collaborazione CESVAM Federazioni. Federazione Provinciale di Pesaro. Federazione Provinciale di Teramo, 13 giugno 2025. “ Lassu dove volano gli eroi. Storie di aviatori pesaresi e teramani. Il Presidente della Federazione Regionale delle marche dell’Istituto MAVM Claudio Fiori ha svolto un intervento sui temi del Valore Militare e suoi significati. Presentata una vetrina con alcune le pubblicazioni del CESVAM e del materiale divulgativo.

XII/3/1018 – Nel prossimo numero si darà conto delle CHAT attivate per agevolare la comunicazione circolare tra tutte le componenti CESVAM

XII/3/1019 - Gli articoli, note ed altro materiale per la rivista QUADERNI devono essere inviati alla Redazione (quaderni.cesvam@istitutonastroazzurro.org) entro il 15 luglio 2025 p.v., per la valutazione e la preparazione del N. 3 del 2025. (Uscita luglio 2025)

XII/3/1020 – Progetto 2024/1 – “80° della Guerra di Liberazione. Monte Marrone. 1 -10 Aprile 1944. la svolta”. Predisposto in bozza i capitoli I, II, III, IV, e la Bibliografia generale e di pertinenza. Compilati La Premessa, Introduzione, Bibliografia, Nota dell’Autore. Richiesto il preventivo alla Casa Editrice. Predisposto il Manoscritto 2.

XII/3/1021 - In occasione della Conferenza (Vds. XII/3/1010) il 13 giugno 2025 è stato consegnato l’Emblema Araldico al Dott. Carlo Mariotti Zignani, nipote del pludecorato Carlo Mariotti, combattente della I e della II guerra mondiale Il Dott. Carlo Mariotti è socio della Federazione Provinciale di Ancona dell’Istituto del Nastro Azzurro

XII/3/1022 - I Laureati alla Sessione di Laurea estiva di Terrorismo ed Antiterrosimo (vds XII/3/1015) sono: Dr.ssa Bernardini; Dr. Sprenberg, Dr.Speranza, Dr. Garbo, Dr. Alfano , Dr.Revelli. Dr.Avallone, Dr. Aldramaki. Si sono ritirati per questo anno accademico 6 frequentatori. Alcuni di loro hanno manifesto l’intenzione di continuare a collaborare con il CESVAM

XII/3/1023 - Progetto 2024/3 – Titolo. “Dal Corpo Italiano di Liberazione ai Gruppi di combattimento”. Terminata la raccolta del materiale documentario e di quello iconografico. Predisposto il manoscritto 3. da predisporre la Copertina.Predisposto Nota Autore e Ringraziamenti. Predisposta Bibligrafia

XII/3/1024 – Indirizzo del Canale You Tube dell’Istituto Nastro Azzurro. La parola da digitare sulla icona di ricerca è CESVAM

XII/3/1025 - Prossimo INFOCESVAM (luglio - agosto) sarà pubblicato il 1 settembre 2025. I precedenti numeri di INFOCESVAM (dal gennaio 2020) sono pubblicati su www.cesvam.org e sul sito dell’Istituto del Nastro Azzurro/ comparto CESVAM. e sui vari blog sia storici e che geografici.

(a cura di Massimo Coltrinari) info: centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org



 

martedì 10 giugno 2025

ANNESSO ALBO D'ORO N. 4 APRILE 2025 1 MAGGIO 2025

 

INFOCESVAM

BOLLETTINO NOTIZIE DEL CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE

centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

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ANNO XIII, 62/63 N. 2, Marzo – Aprile 2025, 1 1 Maggio 2025

ANNESSO

A: BOLLETTINO NOTIZIE DEL CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE

Situazione bimestrale dello stato di sviluppo, approntamento e finalizzazione de:

ALBO D’ORO NAZIONALE DEI DECORATI ITALIANI E STRANIERI DAL 1793 AD OGGI

Email: albodoro@istitutonastroazzurro.org

Indirizzo: Canale YOU TUBE: ISTITUTO NASTRO AZZURRO. CESVAM

ANNO III, N.4, Aprile 2025, 1 Maggio 2025



III/4/501. La decodificazione di questi numeri è la seguente: III anno di edizione dell’annesso, 4 il mese di edizione di INFOCESVAM – ANNESSO ALBO D’ORO, 501, il numero della comunicazione dal numero 1 ad oggi, riferita ad ogni Federazione/Provincia citata o altra notizia. Il presente Bollettino svolge anche la funzione di informazione “erga omnes” dello stato, sviluppo e realizzazione del ALBO D’ORO NAZIONALE DEI DECORATI ITALIANI E STRANIERI DAL 1793 AD OGGI”. Dal mese di aprile 2024 riporta anche indicazioni e notizie su tutti i materiali editi dall’Istituto del Nastro Azzurro. Questo ANNESSO trova come naturale complemento la piattaforma www.cesvam.org. Dal 1 gennaio 2025 anche come report dei video pubblicati sul Canale You Tube dell’Istituto Nastro Azzurro - CESVAM

III/4/502 – Il presente Annesso svolge anche la funzione di aggiornamento al mese di riferimento degli accessi ai Blog Storici e Geografici della Filiera CESVAM, data la mancanza di spazio sulla edizione INFOCESVAM

III/4/503 – Aperta in data 1 aprile 2025 la CHAT dedicata alla creazione dell’Albo d’Oro dei Decorati Italiani e Stranieri al fine di migliorare la comunicazione. Integra a livello quotidiani l’informazione di questo annesso.

III/4/504 – Alla data del 1 aprile 2025 Chiara Mastrantonio stava inserendo i Decorati della provincia di Bari, inseriti in base all’Albo dOro fino alla Lettera B

III/4/505 – www.atlantegeograficostrategico.blogspot.com accessi mese di marzo 1183 e mese di aprile 874, per un totale al 30 aprile 2025 di 52224.

III/4/506 – Laura Tomasini ha sostituito Paola Tomasini come Utente. Un ringraziamento a Paola eun cordiale benventuo a Paola

III/4/507 – Prinvicia di Frosinone. Comune di lenola, non è mai stata in provincia di caserta. Isola del Liri fino al 1927 era in provincia di Frosinone. Mettere sempre la provincia al momento della assegnazione della decorazione

III/4/508 – Per la Provincia di Roma, Paola Tomanisi non inserisce le Medaglie d’oro della provincia. Confermato

III/4/509 – www.atlanteeuropa.blogspot.com accessi mese di marzo 683 e mese di aprile 1468, per un totale al 30 aprile 2025 di 40905.

III/4/510 – Laura Tomasini ha in carico l’inserimento dei Decorati della provincia di Roma, ed ha inseriti i nominativi, alla data del 10 aprile 2025 fino alla lettera B

III/4/511 – Cruscotto per inserimento di decorati di Forza Armata. Predisposto schema su Carta e consegnato a Orioli per lo studio di fattibilità

III/4/512 – www.atlantegeograficoitalia.blogspot.com accessi mese di marzo 22 e mese di aprile 7, per un totale al 30 aprile 2025 di 4587.

III/4/513 – Roberta Bottoni inserisce i Decorati della provincia di Frosinone.

III/4/514 – Provincia di Frosinone. L’Utente Roberta Bottoni ha inserito il 90% dei Decorati

III/4/515 – www.atlantegeograficoasia.blogspot.com accessi mese di marzo 630 e mese di aprile 318, per un totale al 30 aprile 2025 di 51702.

III/4/516 – Provincia di Imperia. Acquisti da Manuel Vignola i tre volumi della provincia di Imperia. Procede alla scannerizzazione

III/4/517 –

III/4/518 – www.atlantegeograficoafrica.blogspot.com accessi mese di marzo 3204 e mese di aprile 156, per un totale al 30 aprile 2025 di 39938.

III/4/519 – Provincia di Ancona. Sono state acquisite le documetazioni relative ai decorati esistenti nel volume “Il Vaore degli Anconetani” edizione 1988. Si confronta con la documetazione esistente.

III/4/520 – Nel mese di aprile 2025 si sono svolte sei riunioni tecniche con Orioli per aggiornamento del data besi e per lo schermo dell’Albo d’Oro

III/4/521 – www.atlantegeograficomediooriente.blogspot.com accessi mese di marzo 349 e mese di aprile 167, per un totale al 30 aprile 2025 di 23012

III/4/522 – Dati i numerosi impegni, la Sig.ra Bottini ha passato l’inserimento dei decorati della provincia di Frosinone alla Signoa Laura Monteverde.

III/4/523 – www.atlantegeograficoamerica.blogspot.com accessi mese di marzo 557 e mese di aprile 8662, per un totale al 30 aprile 2025 di 37951.

III/4/524 – Alla data del 30 aprile 2025 sono iscritti nella Chat, Biasiolo, Bosio, Carandente, Magnani, Vignola, Marsibilio, Monteverde, Mastrantonio, Orioli, Tomasini Laura e Tomasini Paola. E Istituto Nastro Azzuro numer esterno. In totale 10 Utenti

III/3/525 - Prossimo INFOCESVAM – ANNESSO PER ALBO D’ORO sarà pubblicato il 1 Giugno 2025. Precedenti numeri di Infocesvam (dal gennaio 2023) ANNESSO sono, pubblicati su www.cesvam.org e sul sito dell’Istituto del Nastro Azzurro/ comparto CESVAM e sui blog: www.associazionismomilitare e su www.valoremilitare.org. Dal gennaio 2024 L’ANNESSO al Bollettino Infocesvam ha cadenza mensile ed uscirà in modo autonomo.

(a cura di Massimo Coltrinari)



venerdì 30 maggio 2025

Tesi di laurea Elda Franchi Terrorismo. I campi di concentramento in Cina. Laogai Research Foundation

  Master in

 “TERRORISMO E ANTITERRORISMO INTERNAZIONALE”

Terrorismo. i campi di concentramento in Cina                       

ANNO ACCADEMICO 2023/2024

(dalla presente tesi si estrare il paragrafo - capitolo III Laogai Research Foundation)


 Laogai Research Foundation

La Laogai Research Foundation è una ONG per i diritti umani con sede a Washington, DC, Stati Uniti, fondata nel 1992 da Harry Wu. La missione della fondazione è quella di denunciare il sistema carcerario brutale e sfruttatore della Repubblica Popolare Cinese, raccogliere informazioni e sensibilizzare l'opinione pubblica sui Laogai, denunciare qualsiasi tipo di abuso dei diritti umani in Cina, sostenendo le vittime politiche e religiose; la fondazione mira a stimolare la pressione internazionale sul regime cinese e tenta di porre fine alla violazione delle persone incarcerate nei campi.

La fondazione pubblica annualmente il Laogai Handbook, un manuale che elenca tutte le informazioni a loro conosciute sulle attività dei Laogai in Cina, la loro ubicazione, la forma, lo sviluppo, l’utilizzo, i nomi dei detenuti conosciuti, i prodotti manufatturieri e le statistiche che riescono ad incontrare dei singoli campi.

Oltre alle ricerche messe in atto sui campi stessi, la fondazione studia anche i legami commerciali delle aziende americane con i campi: nel 1992, LRF documentò l'uso estensivo dei prodotti Laogai da parte della Columbus McKinnon Chain Hoist Company, una scoperta che il presidente della società alla fine confermò mentre

testimoniava davanti al Congresso. Nel febbraio 2010, è stato pubblicato un rapporto di ricerca che dimostrava che la Cina pubblicizzava attivamente prodotti e servizi Laogai online nei siti sponsorizzati dal Governo, nonostante il fatto che l'esportazione di prodotti Laogai fosse illegale secondo la legge cinese. L’importazione dei prodotti è inoltre illegale negli Stati Uniti, Germania e Italia. Un altro progetto recente della fondazione include Laogai: The Machinery of Repression in China, un libro completo che descrive in dettaglio la storia dei Laogai in Cina, curato dalla direttrice della LRF Nicole Kempton e pubblicato nel 2009 da Umbrage Editions, altri lavori sono invece stati pubblicati in Cinese.

La Laogai Research Foundation parla tramite dei blog attivi, in inglese e in cinese. 


martedì 20 maggio 2025

Rivista QUADERENI N. 1 DEL 2025 GENNAIO MARZO 2025


 

Nota redazionale: (massimo coltrinari, direttore)

Numero dedicato nelle sue pagine di apertura, dopo l’Editoriale del Presidente Magnani  alla Comunicazione del Nastro Azzurro, alla giornata della Donna che cade, come noto, ogni anno l’8 marzo. Si riporta i contributi e la cronaca della consegna dell’Emblema Araldico alla Signora Giovanna Paolone Piermanni, consorte della Medaglia d’Oro al Valore Militare “alla memoria” Sergio Piermanni. A sottolineare questo momento la copertina riporta la scultura “”Le Pagine del Coraggio” scultura predisposta per l’occasione, mentre la IV di copertina è ancora dedicata ad una donna ed ad un suo volume. Questo dopo aver dedicato spazio alla Giornata della Memoria ( 27 Gennaio)

Nella parte “Il mondo da cui veniamo: la Memoria”, Giorgio Madeddu, nel quadro delle ricerche dedicate alla Storia dell’Istituto del Nastro Azzurro, con ampia iconografia, riporta la cronaca della inaugurazione della Via dei Fori Imperiali a Roma nel quadro della Adunata dei Decorati al Valore Militare (28 ottobre 1933); segue in Dibattiti, Manuel Vignola che tratta dell’uso della Medaglia d’Oro come strumento diplomatico e non come ricompensa per atti eroici individuali: quindi, sempre in Dibattiti, Roberto Allegro, ricostruisce la Battaglia di Mortara del 18489, sulla base della sua tesi discussa al Master di Storia Militare Contemporanea. In Archivio, Alessia Biasiolo ci propone uno dei misteri più fitti della fine della guerra, l’Oro di Dongo. Ancora Giorgio Madeddu, dalla Sardegna, ci manda una nota sui 110 anni di esistenza della leggendaria Brigata “Sassari”, come dovuto omaggio a questa Unità delle nostre Forze Armate pregna di valore e tradizioni.

Nella Parte “Il Mondo in cui viviamo: la realtà d’oggi” tutti articoli hanno alla base la Tesi di Master discussa dagli Autori al Master di “Terrorismo e Antiterrorismo internazionale. Andrea Rota, ci parla delle fonti aperte al servizio della sicurezza del paese, Mirko Leone del “ Virtual Human Intelligence”, e Guido Andrea Caironi di un particolare aspetto aeronautico in ambito Guerra Fredda.

Le tradizionali rubriche completano questo numero

Infine, una annotazione sula politica di distribuzione della Rivista “QUADERNI”: l’Indirizzario da questo numero è organizzato su chi ne ha fatto richiesta orale o scritta e chi è impegnato nelle ricerche CESVAM, con le dovute eccezioni; vengono tolti tutti quei indirizzi che erano stati adottati per far conoscere le attività del CESVAM e quindi dell’Istituto del Nastro Azzurro. Sono anche aggiornati le condizioni di abbonamento, come pubblicato in ultima pagina. Decadono tutte le condizioni degli anni precedenti.

 

I di Copertina: Scultura “Le Pagine del Coraggio” della scultrice Paola Grizi, donata al Comune di Potenza Picena in occasione della Giornata della Donna 2025 nel quadro della consegna dell’Emblema Araldico conferito alla MOVM “Alla Memoria” Maresciallo Capo dell’Arma dei Carabinieri Sergio Piermanni alla Sig.ra Giovanna Paolone Piermanni,

IV di Copertina Monica Apostoli, Il Genio “Telegrafisti” nella Grande Guerra. 3° e 7° Reggimento Genio, Roma, Istituto del Nastro Azzurro Centro Studi sul Valore Militare, 2023

Il presente numero è stato chiuso in tipografia il 28 marzo 2025

venerdì 9 maggio 2025

Tesi di Laurea. Elda Franchi Terrorismo. I campi di concentramento in Cina. La pratica nei Laogay. Prievo degli organi. la Testimonianza di Harry Wu.

 Master in

 “TERRORISMO E ANTITERRORISMO INTERNAZIONALE”

Terrorismo. i campi di concentramento in Cina                       

ANNO ACCADEMICO 2023/2024

(dalla presente tesi si estrare il paragrafo - capitolo III - La Testimonianza di Harry Wu)


 La pratica nei Laogai. Prelievo degli organi. La testimonianza di Harry Wu

Harry Wu è nato a Shanghai l’8 febbraio del 1937 ed è morto il 26 aprile del 2016, ha vissuto 19 anni in diversi Laogai. È stato arrestato per la prima volta nel 1956 per aver criticato il Partito Comunista Cinese durante la Campagna dei Cento Fiori, considerato cattolico e “controrivoluzionario di destra”. Dal 1960 al 1979 è stato detenuto in 12 campi di concentramento differenti, costretto ad ogni tipologia di lavoro forzato, tra cui l’estrazione di carbone, la costruzione di strade e lavorare la terra. Harry Wu, una volta libero dalla prigionia, nel 1979, è emigrato negli USA nel 1985, dove ha cominciato a scrivere delle sue esperienze nei Laogai, dedicandosi nel 1992 esclusivamente all’ attivismo e alla denuncia delle violazioni dei diritti umani in Cina. Ha fondato la Laogai Research Foundation nel 1992, fungendo da testimone principale di questa storia di schiavitù.

Wu ha ricevuto il “Premio Libertà” dalla “Federazione Ungherese Attivisti per la Libertà” nel 1991. Nel 1994 ha ricevuto il primo “Premio Martin Ennals per i Diritti Umani” dalla “Fondazione Svizzera Martin Ennals”. Nel 1996 è stato insignito della “Medaglia alla Libertà” dalla “Fondazione Tedesca per la Resistenza della Seconda Guerra Mondiale”. Ha anche ricevuto la laurea ad honorem dall’Università di St. Louis e dalla Università Americana di Parigi.

A seguito, la sintesi dell’intervento di Harry Wu “La mia storia per la verità” al Meeting di Rimini dal 23 al 29 agosto del 2009:

“La mia è la storia di tutti coloro che hanno patito la tirannia e l'ingiustizia per mano di un potere crudele e monolitico. La mia è la storia del Laogai (una particolare forma di lavoro forzato e, in senso invece restrittivo, un campo di lavoro ndr).

Nel febbraio del 1957 ebbe inizio la "Campagna dei cento fiori". Sottoposto a un'enorme pressione dai miei compagni di università, elencai una serie di critiche alla linea politica del partito.

Allora non sapevo minimamente che queste critiche, dieci in tutto, avrebbero inciso tremendamente sul mio futuro.

L’anno seguente l'atmosfera politica divenne ancora più opprimente. Il 20 ottobre 1957, fuori della mensa universitaria, comparve uno striscione dal titoIo “I crimini controrivoluzionari di Wu Hongda", che elencava i miei presunti crimini. Il mio nome era stato cancellato com una riga rossa a indicare che ero stato bandito dalla comunità.

Ero diventato un destrorso. Senza dire addio a nessuno, io e i miei effetti personali fummo caricati su una jeep e portati al Centro di detenzione di Beiyuan.

Avevo ventitré anni. Nell'aprile del 1962 cominciai a nutrire la speranza che i prigionieri accusati di essere di destra sarebbero stati presto rilasciati, poiché ci stavamo avvicinando alla scadenza del nostro terzo anno di prigionia nei campi di lavoro, e tre anni era considerata la pena massima per un destrorso. Fui invece trasferito in un altro campo. Nel corso dei successivi sette anni avrei sofferto moltissimo: sopportai un periodo di reclusione in cella di isolamento; fui sottoposto

ad alimentazione forzata attraverso il naso in risposta allo sciopero della fame che avevo intrapreso; fui picchiato dalle guardie carcerarie e mi ruppi un braccio durante un pestaggio organizzato contro di me. Ho visto uomini impazzire a causa della prigionia, e ne ho visti altri togliersi la vita. Per tutto il tempo

sono rimasto aggrappato all'istinto di sopravvivenza nella speranza che un giorno avrei riacquisito la mia libertà, un traguardo che sembrava svanire giorno dopo giorno.

Nel 1979, alcuni anni dopo la morte di Mao, Deng Xiaoping si disfò di molti prigionieri "condannati" come controrivoluzionari e destrorsi. Io ero fra di loro, e finalmente riacquistai parte della mia libertà. Una volta liberato potei finalmente far visita a mio padre. Una delle ultime cose che mi disse prima di morire fu che non sarei mai stato veramente libero in Cina, e mi esortò a partire. Così nel 1982 feci domanda per il permesso di espatrio e, infine, nel 1985 ebbi la mia occasione. Giunsi negli Stati Uniti come "visiting professor" con 40 dollari in tasca. Nel 1986 parlai per la prima volta in pubblico delle mie esperienze nel Laogai cinese.

Le emozioni che avevo tenuto nascoste per tutti quegli anni infine riemersero, e terminai la mia relazione in lacrime. Il mio intervento sorti un forte effetto sui presenti, che mi domandarono cosa potessero fare per aiutare coloro che erano tuttora vittime del sistema del Laogai. Questo mi fece pensare che, probabilmente, se più persone fossero state a conoscenza delle atrocità che venivano compiute in Cina, si sarebbe potuto fare qualcosa per porvi fine. In quel momento compresi che dovevo continuare a raccontare la mia storia.”


mercoledì 30 aprile 2025

Visualizzazioni Aprile 2025

 Gli accessi per visualizzazione nel mese di Aprile 2025 per questo blog sono stati 111, contro i 255 del mese precedente.,, per un totale dalla apertura del Blog di 29721

mercoledì 9 aprile 2025

Tesi di Laurea Elda Franchi Terrorismo I Campi di Concentramento in Cina: Le pratiche nei Laogai: prelievo degli organi

 Master in

 “TERRORISMO E ANTITERRORISMO INTERNAZIONALE”

Terrorismo. i campi di concentramento in Cina                       

ANNO ACCADEMICO 2023/2024

(dalla presente tesi si estrare il paragrafo - capitolo III - Prelievo degli Organi)


Le pratiche nei Laogai: Prelievo di organi

Il Governo Cinese è stato ripetutamente accusato di utilizzare i prigionieri politici detenuti nei Laogai come donatori involontari di organi: si parla di persone mantenute in vita in attesa di compatibilità per trapianto, e uccise subito dopo l’operazione chirurgica.

L’ex pubblico ministero del Tribunale di Jugoslavia Sir Geoffrey Nice QC, mettendo insieme un gruppo di esperti, ha dichiarato di aver raccolto i dati necessari per dimostrare che questa pratica venga effettuata nei campi di concentramento e, stando alle indagini, non vi è alcun dubbio che la pratica non sia ancora stata interrotta. Letteralmente: “la conclusione [delle ricerche] mostra che moltissime persone hanno perso la vita in modo indescrivibilmente orribile senza alcuna ragione, che altre potrebbero soffrire allo stesso modo e che tutti noi viviamo su un pianeta in cui estrema malvagità risiede nel potere di coloro che, per il momento, governano un paese con una delle più antiche civiltà a memoria d’uomo”.

Già nel marzo del 2006 era stato denunciato il campo di Sujiatun, anche se le indagini non trovarono alcuna prova concreta per incriminare i colpevoli che tali fatti esistessero davvero, portarono però ad all’ammissione del Governo Cinese che i detenuti condannati a morte fossero soggetti al prelievo di organi, negando che questo avvenisse senza il consenso e la consapevolezza del donatore.

Il 24 maggio 2006, la Coalition to Investigate the Persecution of the Falun Gong in China (CIPFGC), una ONG con sede negli Stati Uniti e associata all'associazione Falun Dafa, ha richiesto un’indagine a David Matas e David Kilgour9. Il 7 luglio 2006 pubblicarono il primo documento riassuntivo delle loro ricerche e il 31 gennaio 2007 aggiunsero delle informazioni pubblicando la seconda versione del documento: confermano la fondatezza delle accuse mosse al governo cinese, ma peccarono di prove concrete. Queste conclusioni sono state accettate dagli enti internazionali che si occupano dei diritti umani, ma non sono universalmente accettate come definitive10. Gli argomenti discussi nei loro documenti e che proverebbero il giro di organi sono:

  1. la rapidità in cui gli ospedali cinesi riuscirebbero a reperire gli organi compatibili, parlando di una o due settimane (in confronto ai 30 o 50 mesi necessari in Canada);
  2. sono state condotte delle interviste telefoniche con il personale medico degli ospedali, e sono state ottenute delle risposte positive in merito alla disponibilità di praticanti del Falun Gong vivi e destinati al prelievo di organi;
  3. sono state condotte delle analisi specifiche che hanno visto una correlazione tra il numero di prelievi, il numero di prigionieri e l'evolversi della persecuzione del Falun Gong;
  4. è stato notato che il Governo Cinese non è mai riuscito a contraddire il rapporto in alcun modo, ma si è mosso cercando di aggredire e debellare il Falun Gong;

Secondo stime del tribunale di Londra, ogni anno in Cina avvengono fino a 90.000 trapianti, più di quanto sostenuto dalle dichiarazioni del Governo e, sebbene la pratica sia stata ufficialmente vietata nel 2015, nel 2016 ancora la quota ammonterebbe a più di 10.000.

Nel documento di Kilgour e Matas è stato osservato che le sue conclusioni sono tratte più per via di tante connessioni che sulla base di prove fattuali, di conseguenza vengono accettate dagli enti internazionali che si occupano dei diritti umani, ma non sono universalmente accettate come definitive.

Di Longquanmoke ha pubblicato un articolo di denuncia, poi tradotto e pubblicato nel sito del Falun Data Europe con foto11. Rivela che l’8 marzo 2006, un ex agente del Partito Comunista Cinese avrebbe ammesso l’esistenza di un Laogai segreto situato nella città di Shenyang (nello Sujiatun, provincia di Liaoning) avente un forno crematorio e ospitante molti medici. Dal 2003 sono stati incarcerati seimila praticanti della Falun Dafa, nessuno rilasciato. Dichiara che questo sia il campo di concentramento con il maggior numero di praticanti, e che questi venissero torturati e che i loro organi venissero raccolti quando ancora vivi: il partito comunista cinese tortura mentalmente e poi fisicamente i prigionieri, ruba i loro organi quando sono ancora vivi, crema i corpi per distruggere le prove, e poi vende “il bottino” in cambio di enormi profitti.

Di Longquanmoke parla addirittura di un livello di crudeltà che arriverebbe a superare quella dei Nazisti nella seconda guerra mondiale, e pubblica le foto delle torture.  



9 David Matas (avvocato internazionale dei diritti umani ed ex membro di Amnesty International) e David Kilgour (ex parlamen- tare e segretario di Stato del governo del Canada) .

 

10 Documento del Congressional Research Service degli Stati Uniti pubblicato l’11 agosto 2006, in cui le conclusioni del primo rapporto di Matas e Kilgour sono messe in discussione.

11 minghui.org - en.clearharmony.net - https://www.minghui.org/

 


martedì 18 marzo 2025

Tesi di Laurea . Elda Franchi. Terrorismo. I Campi di concentramento in Cina.

 “TERRORISMO E ANTITERRORISMO INTERNAZIONALE”

Terrorismo. i campi di concentramento in Cina                         

ANNO ACCADEMICO 2023/2024

(dalla presente tesi si estrae il paragrafo  - capitolo III - I Laogai: storia ed utilizzo)


 I Laogai: storia e utilizzo

Il sistema carcerario cinese si divide in vari livelli, caratterizzati da diversi gradi di controllo e di repressione: esistono, infatti, i campi di riforma attraverso il lavoro, i campi di rieducazione attraverso il lavoro e i campi di destinazione professionale obbligatoria. Il termine Laogai, la cui traduzione letteraria è “riforma attraverso il lavoro”, indica una particolare forma di lavoro forzato della Repubblica Popolare Cinese e, se utilizzato in termine restrittivo, indica un vero e proprio campo di concentramento. Questo termine ha assunto un significato generico e designa tutta la realtà concentrazionaria cinese. I Laojiao, letteralmente “rieducazione attraverso il lavoro”, sono previsti per coloro che hanno compiuto reati minori, per coloro che hanno commesso “errori” più che “crimini” e che non vengono quindi classificati come criminali. La particolarità di questo tipo di carcere sta nell’indottrinamento politico caratterizzato da sessioni di studio giornaliere dopo ore di lavoro forzato, nel quale i carcerati conservano i diritti civili per tutta la loro permanenza nel campo. Infine i Jiujie, letteralmente “destinazione professionale obbligatoria”, inflitta prima del 1961 ai detenuti che venivano rieducati attraverso il lavoro, e vista come una forma indiretta di reclusione poichè i detenuti ricevono un salario mensile in quanto fsia prevista l’assegnazione di un lavoro all’interno di una struttura carceraria, possono ancora godere dei diritti civili, godono di libertà di movimento e possono uscire ogni quindici giorni, prendono i pasti alla caffetteria e soprattutto hanno a disposizione dormitori, mense e sale di lettura. Alcuni possono addirittura avere una settimana di ferie l’anno per tornare a casa. In questa tipologia di carcere, la pena non è stabilita con precisione, non si conosce mai con esattezza la durata dell’incarceramento, e i lavoratori dei Jiuye non scelgono né l’impiego che andranno a svolgere, né il luogo del campo dove andranno a lavorare, lavorano complessivamente otto ore al giorno per sei giorni la settimana, non lavorano inoltre sotto sorveglianza armata, ma la Sicurezza Pubblica sovrintende tutto tramite delle norme ben precise. I Laogai rimangono il sistema carcerario più diffuso in Cina per prigionieri politici, dissidenti, rivoluzionari, criminali, nemici dello stato, nemici del popolo, donne e uomini appartenenti a minoranze etniche come gli Uiguri.

I Laogai furono istituiti da Mao Zedong nel 1950 basandosi sull’esempio sovietico dell’URSS e dei Gulag, anche se il lavoro forzato con scopi primitivi era una realtà presente già nel XVIII secolo con la dinastia Qing; esistono esempi precisi di questa collaborazione cino-sovietica negli anni cinquanta, dove degli esperti russi parteciparono al Comitato di Gestione della Riforma mediante il lavoro degli elementi reazionari del nord-ovest, all’estremismo del campo di Shinjing (nel Canton), e all’organizzazione del lavoro forzato in una miniera di carbone vicino a Fushun, per l’esattezza nel campo di Caohying a Shanghai.6

Dalla campagna contro la destra del 1958, l’irrigidimento politico si tradusse nel lavoro forzato, non vi erano più orari, si lavorava persino 16 ore al giorno, a volte anche di più. I primi campi fecero la loro comparsa nelle zone controllate dai comunisti, con un primo periodo un po’ caotico e con diverse sanzioni e torture verso i carcerati, erano campi caratterizzati da violenza brutale e sbrigativa, e l’orizzonte principale per i detenuti era la morte per fucilazione.

I Laogai si iniziarono ad organizzare in maniera più uniforme nel 1952-1953 dopo una prima riunione nazionale nel giugno del 1952 sul lavoro e l’indirizzo che i Laogai avrebbero dovuto assumere, ossia di una politica che combinava la rieducazione attraverso il lavoro. I Laogai avevano due scopi principali, quello divulgato di “riabilitare” i criminali attraverso il lavoro e l’indottrinamento politico, e quello celato di creare la manodopera necessaria per poter generare un favorevole sviluppo economico a costo quasi pari a zero. I primi prigionieri arrivarono già nel 1951, anno importante perché ci fu la riforma agraria, e per via della ridistribuzione delle terre vennero incarcerati molti proprietari terrieri e contadini; nello stesso anno vennero catturati anche dei trafficanti di oppio, delle donne accusate di prostituzione e uomini accusati di gioco d’azzardo. Nel 1951, il numero di Laogai presenti in Cina era pari a 292.

Dal 1954 al 1957 seguì una fase di relativa distensione, quasi da far pensare che i campi fossero scomparsi. La situazione peggiorò nuovamente nel 1961, e la mortalità aumentò: le razioni di cereali vennero sostituiti dalle erbe, steli delle spighe di mais, pula di cereali, foglie di patata, alghe, residui della spremitura di piante oleose7; nel 1961 la situazione peggio a tal punto che molti chiesero aiuto alle famiglie che vivevano nelle regioni meno colpite col fine di racimolare un po’ di cibo. La differenza rispetto ai campi sovietici è che li le guardie hanno sempre avuto cibo a sufficienza, come nei campi Nazisti, mentre nei Laogai pure i guardiani soffrivano.(3) Mao si rifiutava di riconoscere la catastrofe da lui stesso provocata, e venivano applicati i regolamenti normali, la disciplina era sempre più rigida, gli altoparlanti continuavano a diffondere il Verbo del Partito, mentre i detenuti erano costretti a cercare vermi, grano, o cereali non del tutto assimilati nello sterco di vacca e di cavallo, o addirittura tra gli escrementi degli ufficiali addetti alle cucine pur di sfamarsi.  

A partire dal 1972 la situazione iniziò ad acquistassi, anche se l’igiene e il cibo rimasero mediocri e la disciplina severa; per ogni detenuto diminuì il tempo dedicato allo “studio”, che risultava al momento meno efficace, ma rimaneva vigile il principio secondo il quale la liberazione del detenuto dipendesse dal suo comportamento all’interno del campo.

Nel periodo Maoista (1949-1976), e prima delle riforme di Deng (1978-1992), questi campi di concentramento venivano utilizzati prevalentemente per reprimere le opposizioni al regime. Nei primi anni, i detenuti “controrivoluzionari” costituivano il 90% dei reclusi; i processi per incarcerare gli oppositori politici erano spesso solo una formalità, poiché la difesa poteva soltanto invocare la clemenza della corte, ma insistere troppo nella dichiarazione di innocenza portava ad un inasprimento della pena: “clemenza con chi confessa, severità con chi resiste”; il sistema giudiziario non era basato sul concetto di diritto.

E’ molto interessante sapere che il Laojiao inizialmente non dava certezze sulla durata della pena, al punto che alcuni detenuti arrivavano a commettere crimini più gravi per passare al Laogai, in quanto la erano previste delle pene di durata già prefissata. La situazione è cambiata nel 1982, quando il Comitato centrale diffuse una serie di documenti, uno di questi afferma: “I campi del Laogai e del Laojiao non sono solo punitivi, non si tratta di normali imprese incaricate di produrre figure professionali: sono scuole che educano e riformano criminali che hanno contravvenuto alla Legge”. La durata massima della condanna al Laojiao venne stata stabilita a tre anni. Nel periodo Maoista i condannati al Laojiao erano reclusi solitamente per 20 anni, mentre nel periodo Denghista la durata non superava i 10 anni.

Questo particolare sistema di lavoro si è sviluppato sotto l’esempio dei Gulag dell’età di Stalin, legati al piano quinquennale il cui obiettivo era la rapida industrializzazione dell’Unione Sovietica, detenendo in strutture carcerarie gli avversari del potere sovietico, sfruttandoli per arricchire la Nazione, per esportare le materie prime in cambio di tecnologia occidentale. I Gulag Sovietici prevedevano la “punizione e la rieducazione politica attraverso il lavoro” e, come i Laogai, prevedevano lavoro forzato esercitato in condizioni orribili di fame, sporcizia, terrore, violenze e sfruttamento fino all’esaurimento. Ciò che differenzia queste due tipologie di campi di concentramento, tanto simili quanto differenti, è la peculiarità da cui è caratterizzata la variante cinese: la volontà dichiarata di cambiare l’uomo, il lavaggio del cervello.

Il sistema prevede tre fasi, durante le quali i carcerati devono riconoscere le proprie colpe e i propri crimini, devono accusarsi e auto-criticarsi per averle compiute e devono sottomettersi alle autorità tramite un processo di pentimento pubblico con atto di soggezione al lavoro, arrivando così a sconvolgere la propria personalità e a dare la completa adesione al potere che li sovrasta. Il rimorso non è sufficiente: ci vuole il pentimento.

I principi della critica e dell’autocritica possono essere ricondotti a quattro regole principali:

1.      L’ideale è che la confessione sia spontanea e volontaria, che si produca autonomamente nel momento in cui il cittadino commetta un errore o infranga una regola.

  1. Se ciò non accade, è necessario “prestargli assistenza” per consentigli di riconoscere i suoi errori e i suoi crimini.
  2. Se questa “assistenza” non da alcun frutto, allora devono entrare in gioco le “critiche mosse con buona volontà mosse da persone ben intenzionate”.
  3. In ultima istanza, una volta applicati tutti i metodi disponibili, viene posto il colpevole in condizioni di non nuocere, con tutta la severità che merita.

I prigionieri tramite delle “sessioni di studio” forzato giornaliere, una lunga confessione scritta, lunghe e insopportabili sedute di indottrinamento, vengono portati a riconoscere quanto fosse sbagliato il loro modo di pensare, profondamente differente dall’unico modo consentito e corretto; queste sessioni di studio sono seguite da autocritiche e punizioni, autodenunce e autoflagellazioni, tutte volte a capire gli sbagli fatti in precedenza. Ciascuno deve non soltanto riformare se stesso, ma aiutare gli altri a fare la stessa cosa e, addirittura, denunciare chi si rifiuta di cambiare.

Nei Gulag sovietici, invece, non ci fu mai un tentativo di modificare il pensiero dei civili da parte dello Stato.

Queste “sessioni di studio” vengono messe in pratica dopo ore di lavoro forzato che si aggirano intorno alle 16-18 ore al giorno e variano da campo a campo, in base al tipo di attività che si svolge, ovvero industriale, agricola o estrattiva: i turni prevedono pesantissimi turni in miniera, nei campi, nelle fabbriche, in condizioni pericolosissime e malsane, tutto volto a vantaggio del Regime Comunista Cinese e di numerose imprese che investono in Cina: i Laogai vengono utilizzati come mezzo ulteriore per aumentare i profitti a costo quasi pari a zero.

Le merci prodotte nei Laogai possono essere di qualsiasi tipo: dalle scarpe, ai giocattoli, ai macchinari e parti meccaniche di ogni tipo, prodotti chimici, profumi e saponi, materiali estratti dalle miniere, thè e vino ecc; la Laogai Research Foundation, insieme ad altri gruppi umanistici, hanno individuato alcune merci prodotte nei Laogai sui mercati internazionali, nonostante le autorità cinesi le camuffino per renderle impossibile da riconoscere.

Purtroppo, per il regime cinese, i Laogai restano la forma di detenzione più efficace per garantire una grande quantità di manodopera a costo zero ed è importante dal punto di vista economico poiché contribuisce anche a conquistare i mercati stranieri. Inizialmente tutto quello che veniva prodotto (ovvero oggetti facilmente assemblabili), era destinato al mercato interno, ma con il passare degli anni si è iniziato a produrre di tutto: dai giocattoli agli elettrodomestici, destinati al mercato mondiale. Tuttavia, in alcuni Paesi europei la produzione delle merci fabbricate con questa modalità è proibita e molto spesso si richiede l’applicazione di un’etichetta che garantisca l’estraneità rispetto al sistema dei Laogai.

I campi sono organizzati secondo un modello militare, con la suddivisione dei prigionieri in squadroni, compagnie, battaglioni, distaccamenti e brigate. Uno squadrone comprende 10-15 detenuti, 10-15 squadroni formano una compagnia, con quattro o cinque responsabili di compagnia; 8-12 compagnie formano un battaglione e diversi battaglioni formano un distaccamento.

Le condizioni di vita dei prigionieri sono orribili, sono marchiati uno ad uno, non hanno letti su cui dormire, non hanno cibo da poter mangiare, hanno la testa rasata a zero. Gli alloggi variano secondi il tipo di produzione, da edifici in muratura, a baracche, capanne di legno. Alcune testimonianze affermano che i detenuti che lavorano nei campi, sono in qualche modo fortunati perché possono sfamarsi da soli con rane, serpenti, ratti, soia e riso che trovano mentre lavorano.

Negli anni si è capito anche dell’utilizzo di varie torture che vengono attuate per obbligare la vittima a fornire informazioni, o per riformarla e modificarle il comportamento o il modo di pensare: alcune sono la camicia di forza, scariche elettriche o pestaggi con un bastone elettrico, sospensioni per le braccia, pestaggi, isolamento forzato per diversi giorni senza cibo in celle di due massimo tre metri cubi, gli aghi (metodo che consiste nell’infilare degli aghi d’acciaio di circa 10 centimetri sul collo, schiena, petto e altre parti sensibili, così in profondità che risulta difficile tirarli fuori), la panca della tigre (la vittima si siede su una panca di ferro con le ginocchia legate alla panca, le mani legate dietro il petto o appoggiate sulle ginocchia, e la vittima viene obbligata a stare dritta senza poter fare alcun movimento), il letto dei morti (consiste nel legare la vittima con le braccia dietro la schiena e il collo legato alle gambe, poi viene incastrata sotto un letto e costretta a rimanere in quella posizione per molti giorni), abusi sessuali con vari strumenti (tortura riservata alle donne), il letto di stiramento (le mani e i piedi della vittima vengono legate a degli anelli e portato a stiramento estremo; se applicata troppa forza la vittima muore all’istante, altrimenti, passati 10 minuti, le ossa degli arti si slegano e la vittima rimane disabile in modo permanente), ma ve ne sono molte altre ancora. Ecco perché molti spesso ricorrono al suicidio come unica soluzione.

Anche all’inizio degli anni Novanta i campi continuavano ad essere al centro dell’apparato di Controllo del partito, anche se le cifre sembrerebbe che fossero in ribasso. Dal 29 dicembre 1994 il termine Laogai è stato sostituito dal termine “Prigione”: al suo posto viene impiegato il termine Giayu; la “Gazzetta legislativa” del 7 gennaio 1995 scrive: “Il cambiamento di denominazione del Laogai è imposto dai legami con la comunità internazionale e risulta proficuo nell’ambito della nostra lotta per i diritti dell’uomo sul piano internazionale8.

Nonostante la scomparsa della parola Laogai, il suo utilizzo, i metodi, la funzione, il carattere e i compiti sono rimasti invariati: si parla sempre di sovraffollamento, uniforme obbligatoria con numero di matricola, condizioni pessime, produzione mineraria, tessile e meccanica, orari di lavoro.

La riforma di apertura non ha comunque modificato la sorte di milioni di donne e uomini rinchiusi all’interno dei campi.



6 J.-L. Domenach, op. cit., p.103

7 Ivi, p.90. ; (3)J.L. Domenach, op. cit., p.103

8 H.Wu, Retour au laogai, cit., p.231